Il Teatro dell'oppresso (TdO) nasce negli anni '60 in
Brasile, ad opera di Augusto Boal, direttore del Teatro Arena di São Paulo.
Si basa su una precisa presa di posizione, a favore degli "oppressi" e,
parallelamente a Paulo Freire, su un lavoro di coscientizzazione. Per
conseguire questo scopo, Boal elaborò varie tecniche (teatro giornale,
teatro forum, teatro immagine, teatro invisibile e teatro legislativo) in
grado di valorizzare la cultura dei contadini. Tutte, a vari livelli,
cercano di de-professionalizzare il teatro, rompendo la barriera
attore-spettatore. Usato come strumento maieutico, e non come catarsi,
questo teatro fa scaturire i grandi problemi sociali e collettivi. Un suo
peculiare aspetto resta comunque il lavoro sul corpo per sciogliere le
maschere muscolari e l'attivazione di un pensiero "per immagini". Il TdO si
basa sull'esplicitazione di conflitti interpersonali e sociali. Il TdO cerca
soluzioni al conflitto; è il gruppo stesso che le ricerca e le mette in
pratica, seppure in uno scenario teatrale; qui l'ipotesi è che la "recita"
di una soluzione può stimolare ad agire anche nella vita quotidiana. Il
conflitto viene così valorizzato perché permette all'oppresso di liberarsi
dall'oppressione.
Conduttore: FRANCESCO RIDOLFI
Psicologo - Psicoterapeuta, esperto e formatore di teatro sociale, si è
formato con Rui Frati direttore del Théâtre de l'Opprimé di Parigi. Da vari
anni usa il metodo di TdO per gruppi di formazioni, per analisi di contesti
sociali e soluzioni di conflitti.
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